Di e con Marco Bosonetto
Marco Bosonetto: racconto, voce, flauto
Davide Cignatta: chitarra, voce
Paolo Cignatta: basso, ukulele, melodica
Un monologo e 10 canzoni per raccontare con ironia i genitori idolatrici degli anni Duemila e le mutazioni della musica per bambini.
Un omaggio a un disco culto del 1974 che, con un linguaggio comprensibile ma non semplicistico, proponeva agli ascoltatori piccoli e grandi dei temi di riflessione seri, delle soluzioni musicali non banali e una buona dose di spirito critico. Frutto della collaborazione fra tre giganti: Gianni Rodari, Sergio Endrigo e Luis Bacalov.
Poi anche i prodotti discografici per l’infanzia avrebbero rincorso pure logiche di mercato: nel 1979 usciva Mi scappa la pipì.
“Se ai testi di Rodari si può attribuire un eccesso di pretese didascaliche, forse addirittura di moralismo, a Mi scappa la pipì no. Mi scappa la pipì non pretende di dire niente. E infatti non dice niente. Dice Mi scappa la pipì, 37 volte, per la precisione. D’altronde, quando c’è un… sentimento chiaro da esprimere, perché non ripeterlo. L’arte popolare è quasi sempre ripetitiva. E con Mi scappa la pipì l’arte popolare riafferma le sue origini. Senza inutili intellettualismi. Senza orpelli, senza aggettivi. Senza avverbi. Non mi scappa la pipì intensamente, o mi scappa la pipì gialla. Perché? Sarebbe inutile, sarebbe pleonastico, sarebbe snob. Con Mi scappa la pipì l’arte popolare recupera l’elogio del basso, del ventre, del bassoventre, del corpo ribelle, della vescica. Perché nelle canzoni per bambini non si dovrebbe parlare della vescica? È censura, è moralismo, è bigottismo catto-marxiano. Ecco. Mi scappa la pipì, invece, è un inno interclassista. Mi scappa la pipì la capiscono tutti. Anche gli analfabeti, anche i sordi. Si può
mimare. Provate a mimare Ci vuole un fiore. Mi scappa la pipì è un inno alla libertà. E all’ignoranza. Un
inno alla libertà nell’ignoranza.”
Marco Bosonetto ha esordito come narratore nel 1998 con Il Sottolineatore Solitario (Einaudi), cui sono seguiti altri sei romanzi e una raccolta di racconti, più due libri per ragazzi.
A partire da un suo racconto lungo, Morte di un dociottenne perplesso, ha scritto la sceneggiatura di Due vite per caso (insieme al regista Alessandro Aronadio), presentato al Festival del Cinema di Berlino nel 2010.
Per il teatro, ha adattato il suo romanzo Nonno Rosenstein nega tutto per la Compagnia GenoveseBeltramo, ha scritto per l’attrice Alessandra Celesia i monologhi Quanto sa di sale e Mucche ballerine (Premio Il Gioco del Teatro e Premio Eolo, rappresentato anche al Festival di Avignone come La ballade des vaches guerrières) e con l’attore Paolo Mazzocchi il monologo Vado al massimo. Vizi e virtù di un runnerdipendente (premio Giovani Realtà del Teatro).
Dopo l’esperienza da musicista di scena parlante in Nonno Rosestein nega tutto, ha deciso di scriversi su misura un ruolo da protagonista cantante con Ci vuole un fiore.
Lo accompagnano Davide Cignatta (chitarra e voce) e Paolo Cignatta (basso, ukulele, melodica). Oltre a suonare insieme sin da ragazzini, Paolo e Davide Cignatta hanno condiviso centinaia di concerti con la band rock-folk Cani della Biscia, di cui Davide è tuttora chitarrista e autore. Davide Cignatta ha inoltre all’attivo due album da solista: Domani piove e Alle nove precise.
Ingresso: 5 euro
Ingresso riservato a socə ARCI
Puoi prenotare la tua tessera:
– scaricando l’app al seguente link: APP ARCI TORINO
– online da computer al seguente link: PORTALE ARCI
– oppure puoi farla direttamente in cassa la sera dello spettacolo