La tre giorni di proiezioni e incontri in occasione della presentazione del nuovo libro di Maruna Piperno e Luigi Monardo Faccini è rimandato. Le nuove date verranno comunicate quanto prima
Ingresso libero riservato a socə ARCI
Il 14/15/16 aprile 2023 ospiteremo a Maffei Marina Piperno e Luigi Monardo Faccini, per una tre giorni dedicata al loro cinema e all’uscita del loro nuovo libro EPPURE QUALCOSA HO VISTO SOTTO IL SOLE pubblicato da Edizioni All Around testimonianza diretta del cinema indipendente italiano dalla sua nascita ad oggi.
Maffei vuole che questa sia un’occasione concreta di confronto, di dialogo e ascolto reciproco fra chi lo ha “fondato” e chi attualmente se ne occupa (dalla produzione, alla divulgazione, alla conservazione) e le nuove generazioni.
Avendo la fortuna di conoscere Marina e Luigi in questi ultimi mesi crediamo sarebbe un peccato non condividere la loro straordinaria energia ed esperienza con quante più persone possibili. Abbiamo quindi preparato un grande abbraccio torinese in collaborazione con:
Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
Associazione Museo Nazionale del Cinema
Polo del ‘900
Università di Torino
Associazione Babelica
PROGRAMMA
Venerdì 14 aprile dalle 20.30
Il rapporto cinema e musica
20.30
introduzione degli autori con collegamento del film “Giamaica” al libro “Eppure qualcosa ho
visto sotto il sole” più visione di alcuni frammenti del concerto di chi ha scritto ed eseguito la
colonna sonora del film che andremo a vedere, apice espressivo del loro cinema di strada.
A seguire proiezione del film “Giamaica
Al termine del film
Dialogo con gli autori, Vittorio Sclaverani presidente dell’Associazione Museo
Nazionale del Cinema e Carlo Griseri direttore del Festival Seeyousound
Ore 23.00
djset reggae curato da La Notte Indiana
Sabato 15 aprile dalle 15.00
Il rapporto tra cinema e storia
Ore 15.00
Introduzione degli autori con collegamento del film “Giro di boa” al libro “Eppure qualcosa ho visto sotto il sole” e conversazione con il prof. dell’Università di Torino Silvio Alovisio e Micaela Veronesi dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
Ore 20.30
Introduzione degli autori con collegamento del film “Nella città perduta di Sarzana” al libro
“Eppure qualcosa ho visto sotto il sole” racconteranno gli antefatti e le vicissitudini politiche
che ne accompagnarono la strada che lo portò a Venezia nel 1981 e al Quirinale, dal presidente
Pertini, che ne approvò l’autenticità storica e la liberazione alla galera censoria a cui l’aveva
destinato la Rai craxiana
A seguire proiezione film “Nella città perduta di Sarzana”
Al termine del film
Dibattito post film con gli autori, il prof. Bruno Maida dell’Università di Torino e Paola Olivetti
dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
Domenica 16 aprile dalle 15.00
Ore 15.00 Polo del ‘900
Introduzione degli autori con collegamento del film “Rudolf Jacobs, l’uomo che nacque morendo” al libro “Eppure qualcosa ho visto sotto il sole”
A seguire
proiezione film “Rudolf Jacobs, l’uomo che nacque morendo”
Al termine della proiezione
Conversazione degli autori con Paola Olivetti e Stefano Disegni
Ore 19.00 Cinema Teatro Maffei
Il rapporto tra il cinema e il sociale
Ore 19.00
Aperitivo aperto al pubblico con gli ospiti
Ore 20.00
Introduzione degli autori con collegamento del film “Inganni” al libro “Eppure qualcosa ho visto sotto il sole”
A seguire
Proiezione “Inganni”
Al termine della proiezione
Dialogo post film con gli autori e il prof. Umberto Mosca dell’associazione Babelica.
Durante la tre giorni sarà sempre possibile acquistare il libro in loco.
Eppure qualcosa ho visto sotto il sole
Edizioni All Around
Marina Piperno, io narrante di “eppure qualcosa ho visto sotto il sole”, interroga gli immensi archivi fotografici della sua famiglia, i cui avi furono presenti a Roma fin dai tempi di Giulio Cesare, per ricavarne storia, identità, costrizioni, fortune e sofferenze, capaci di alimentare riflessioni profonde sul destino diasporico, spesso tragico, del popolo al quale appartiene.
Ebrea laica che si misura senza sosta con le contraddizioni della realtà, imponendo apertura mentale ai suoi interlocutori e la giustizia sociale come stella polare del proprio agire, decise, ancora giovanissima, prima donna italiana ad intraprendere una carriera ad appannaggio maschile, che il cinema sarebbe diventato il suo strumento espressivo, per dare voce a chi ne era privo: i popoli sottomessi dal colonialismo, le marginalità e gli esclusi, le devianze, i portatori di storie contadine e operaie, le donne e i loro diritti negati. Esplorando territori sconosciuti, ricavandone crescita umana e preziosa esperienza professionale, in compagnia di giovani e importanti autori svezzati dall’agitatore culturale Cesare Zavattini.
La ricerca antropologica e la conservazione della memoria, nel proprio contesto storico, sono il costante “basso profondo” del suo agire nella realtà che la circonda. Il racconto di questa attività incessante offre il quadro di una personalità empatica, che non teme il confronto e lo sollecita, che spende la sua gioia di vivere non solo per il proprio benessere, ma per il bene comune.
La sua copiosa produzione cinematografica, dai documentari ai film di fiction, esposta nei più importanti festival nazionali e internazionali e ripetutamente premiata, ha un castone glorioso: il film “Da camera” che Cesare Zavattini, ormai ultraottantenne, interpretò e diresse nel 1982. Assumendosi rischi enormi gli consentì l’esordio, tardivo ma brillantissimo con “La veritàaaa”.
Luigi Monardo Faccini
Entra, brevemente, da semiologo e formalista, nella critica Cinematografica. È tra i fondatori di cinema&film, rivista innovativa apprezzata da Pasolini. La sua prima fiction, televisiva, e’ del 1969. Da allora alterna ricerca video nei territori delle marginalità, documentari, film e scrittura creativa, per soddisfare le proprie esigenze narrative. La strada e’ il suo habitat preferito. Raccoglie memorie, contestualizzandole storicamente. Insignito del nastro d’argento alla carriera per il documentario “Diaspora, ogni fine e’ un inizio”.
Marina Piperno
Giornalista, interprete e traduttrice da inglese e russo, poetessa, abbraccia la professione di produttrice cinematografica dopo una lunga permanenza a New york e lezioni di regia televisiva. Ha venticinque anni, nel 1960, quando rischia in proprio lacerando il silenzio che copriva il misfatto della shoa con il corto “16 ottobre 1943”, dal testo di giacomo de benedetti. Designato all’oscar nel 1961. Insignita del nastro d’argento alla carriera.